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La sala del Consiglio nazionale nel Palazzo federale a Berna.
La sala del Consiglio nazionale, Palazzo federale a Berna. (parlament.ch)

Solo spese e nulla di fatto

Interpellanza in parlamento contro aiuti concreti per le donne incinte nel bisogno

L’ASMB offre aiuto alle donne incinte nel bisogno, permettendo a molte di loro di trovare la forza di dire sì al loro bambino. Di per sé dovrebbe essere un compito dello Stato assistere queste persone e proteggere efficacemente i bambini non ancora nati, che sono poi il nostro futuro. In Svizzera, però, questo compito è assunto in via primaria da organizzazioni private, che non ricevono sussidi dal settore pubblico. Tutt’al più viene loro concessa l’esenzione fiscale, una concessione malvista in certi ambienti.

Un’organizzazione è esentata fiscalmente se viene riconosciuta come di utilità pubblica. Un fatto che dovrebbe valere, ovviamente, per le organizzazioni di aiuto alle donne incinte nel bisogno. Tale esenzione non trova però tutti d’accordo!

Un’interpellanza provocatoria

Fra i contrari Léonore Porchet, consigliera nazionale (Verdi/VD) e presidente della Fondazione «Salute Sessuale Svizzera» (SSCH). In una provocatoria interpellanza ha chiesto al Consiglio federale se «si può riconoscere l’utilità pubblica di associazioni o fondazioni che perseguono scopi contrari alla tutela della salute pubblica o ai diritti umani». Nella sua interpellanza, parla di «associazioni o fondazioni anti-abortiste», intendendo con queste anche l’Aiuto svizzero per madre e bambino.

Il Consiglio federale spiega il concetto di utilità pubblica

Il Consiglio federale non risponde alla provocazione di Porchet, ma spiega in termini generali cosa implichi il concetto di utilità pubblica. Il fattore decisivo è dato dall’utilità che l’attività svolta dall’organizzazione riveste per la comunità. «Il versamento di liberalità in denaro o in natura a persone in difficoltà finanziarie è ad esempio di interesse generale. Lo è altresì la mediazione di offerte di aiuto e l’esercizio di un’attività di consulenza in relazione a tali offerte.»

Il Consiglio federale afferma inoltre che «l’esistenza di un motivo ideologico che sottenda alle attività di assistenza non è un elemento determinante per valutare se l’attività è effettivamente esercitata nell’interesse generale.» La risposta del Consiglio federale manda quindi a vuoto l’attacco di Porchet.

I retroscena di SSCH

Chiunque conosca i retroscena di SSCH non è sorpreso dell’agire della sua presidente. Ricordiamo che SSCH è membro accreditato della famigerata International Planned Parenthood Federation, come l’omonima organizzazione statunitense che si vanta di eseguire, nei propri centri, più di 300’000 aborti l’anno!