Il 14 e 15 aprile, nella città di Kumamoto, nel sud del Giappone, si è tenuto il primo congresso mondiale sulle baby-finestre. Rappresentanti di undici nazioni dove sono in funzione delle baby-finestre hanno presentato la situazione nel loro paese. Relatore per la Svizzera è stato il signor Dominik Müggler, presidente dell’Aiuto svizzero per madre e bambino (ASMB).
Non è certo mancato lo stupore presso l’ASMB quando nell’autunno del 2017 è giunto da un professore dell’Università di Chiba (presso Tokyo) l’invito ufficiale a tenere una relazione sulle baby-finestre in occasione di un congresso sulla sanità organizzato in Giappone. Al 14° Congresso asiatico di promozione della salute, al centro dell’attenzione vi era infatti il tema delle «Baby Boxes» (baby-finestre). Al congresso hanno preso parte relatori provenienti da tutto il mondo.
L’ASMB ha accettato l’invito con grande piacere, vedendovi l’opportunità di confrontare a livello internazionale le esperienze raccolte sul campo con le proprie baby-finestre e approfittare, di riflesso, delle esperienze fatte altrove. Il congresso è stato organizzato perfettamente, fin nei minimi dettagli, come da usanza giapponese: il tempo a disposizione per ciascuna relazione, da tenersi in inglese o in giapponese, era di 50 minuti. 30 giorni prima dell’evento doveva essere inoltrato il testo scritto della relazione, insieme a un riassunto di una pagina di 3600 caratteri al massimo, con grandezza dei caratteri 10.5, e una presentazione PowerPoint per il grande schermo. I costi di viaggio e di soggiorno erano offerti.
Giunto il momento, il presidente dell’ASMB Dominik Müggler si è recato, insieme con la moglie, la signora Christa, in Giappone. La relazione svizzera ha avuto pieno successo. I giapponesi hanno mostrato particolare apprezzamento e considerano molto utili i criteri di qualità cui sottostanno le baby-finestre. Gli organizzatori del congresso, impressionati dalle varie relazioni, hanno manifestato l’intenzione di fondare un’associazione internazionale per riunire tutte le organizzazioni che gestiscono delle baby-finestre, con lo scopo di assicurare la condivisione delle conoscenze anche in futuro.
L’unica baby-finestra del Giappone si trova a Kumamoto. È stata aperta 12 anni fa presso una grande clinica privata cattolica (lo Jikei-Hospital) e ha sinora accolto 130 bebè.
Decisamente straordinaria l’ospitalità giapponese: gli ospiti sono stati letteralmente viziati con inviti in ristoranti tradizionali, la messa a disposizione, per ogni partecipante internazionale e durante quattro giorni, di un interprete personale, visite alle attrazioni locali e un volo in elicottero sopra l’Aso, un vulcano attivo nella regione di Kumamoto.
Il Sudafrica nel 1999 è stato fra i primissimi paesi ad aprire una baby-finestra. Questa si trova a Hillbrow, un quartiere di Johannesburg, si chiama «Doors of Hope» ed è stata installata nel muro perimetrale di una missione. In 20 anni ha accolto oltre 1600 bebè.
Il primo bebè fu una bambina di nome Giorgina, rinvenuta in stato di grave denutrizione e con apparenti disabilità fisiche e mentali. Fu data in adozione negli Stati Uniti. Nel 2016, Giorgina tornò, ormai 17enne, alla sua ancora di salvezza «Doors of Hope», per svolgere uno stage come volontaria. Nel frattempo, Giorgina, ora un’adolescente sana nel fiore degli anni, ha terminato il liceo con ottimi voti e intende studiare musica.
L’alto funzionario della Caritas polacca, Tomasz Kopytowski, ha parlato delle 60 «Life Windows» presenti in Polonia, 54 delle quali gestite dalla sua organizzazione ecclesiale. Negli 11 anni trascorsi, le baby-finestre hanno accolto complessivamente 140 bebè.
In Polonia talune cerchie sollevano a intervalli regolari l’obiezione che i bebè lasciati alle baby-finestre non hanno la possibilità di conoscere i loro genitori naturali. Ciononostante, una larga fetta di popolazione le sostiene perché efficaci nel salvare delle vite, un aspetto, questo, considerato prioritario.
Monica Kelsey di Woodburn, Indiana, è operatrice sanitaria presso il locale corpo pompieri (firefighters). Ella stessa era stata data in adozione da sua madre. Nello svolgere il proprio lavoro, trovò nel 2014 un bambino morto, abbandonato in un parco: fu un episodio che la colpì profondamente.
Nel corso di un viaggio in Sudafrica vide a Città del Capo una baby-finestra e decise di portare l’idea negli Stati Uniti. Chiamò le finestre «Safe Haven Baby Box» (in ital. baby-box porto sicuro). Dal 2016 gestisce due di questi porti sicuri. Entrambe le baby-finestre sono ubicate presso le basi dei vigili del fuoco. Finora è stato deposto un bambino.
Il pastore Lee Jong Rak della chiesa evangelica di Jusarang (comunità religiosa Love of the Lord) fu chiamato alle 3 di notte da un padre che aveva deposto il suo bambino disabile davanti alla porta della chiesa. Corse fuori di casa e trovò il bambino in un cartone per i pesci vuoto, attorniato da diversi gatti randagi attratti dall’odore di pesce. Prese il bambino con sé e rifletté su come meglio proteggere la vita di questi bambini. Durante un viaggio in Cechia, vide delle baby-finestre. Nel 2009 aprì a sua volta la prima delle due baby-finestre che gestisce.
L’apertura della baby-finestra fece immediatamente notizia in tutto il paese. Se nel primo anno i bebè deposti furono quattro, nel secondo il numero passò a 37 e a 79 nel terzo. Nel 2013 si verificò una situazione inattesa, quando fu introdotto in Corea l’obbligo di legge di registrare tutti i bambini nati. Molte donne coreane che non volevano registrare il loro bambino videro ora come unica via d’uscita lasciare il loro bebè alla baby-finestra. Nel solo 2013, il pastore Lee accolse 252 bebè! La cifra non ha subito flessioni da allora e in nove anni sono stati accolti qualcosa come 1405 bebè. Numerosi di questi presentano disabilità o sono affetti da sindrome di down. Lee decise pertanto di istituire una casa d’accoglienza per i casi più gravi, affinché i bambini potessero ricevere l’amore che non avrebbero ricevuto negli orfanotrofi di Stato.
In Svizzera attualmente ci sono otto baby-finestre. Sei sono state istituite dall’ASMB. Finora sono stati deposti 21 bebè. Per realizzare pienamente il progetto, mancano ancora dalle tre alle quattro baby-finestre, nelle regioni di Losanna e Ginevra, nella regione di San Gallo e nella Svizzera centrale.
A differenza di paesi come il Sudafrica o la Corea del Sud, la Svizzera gode di una situazione socioeconomica completamente diversa grazie alla disponibilità di una buona rete sociale. È quindi improbabile che in Svizzera il numero di bebè deposti alle baby-finestre raggiunga le cifre dei due paesi citati. Ciononostante, ogni singolo bambino merita ogni sforzo affinché sia messa in campo un’infrastruttura in grado di salvargli la vita.
L’ASMB finanzia la creazione delle baby-finestre e di regola sostiene finanziariamente i genitori affidatari nei primi tre mesi dopo la consegna di un bebè. Per le baby-finestre l’ASMB gestisce un fondo specifico. Al 31 dicembre 2017, il fondo ammontava solo ancora a 13’000 franchi, una cifra nettamente insufficiente per completare il progetto e coprire i costi di manutenzione. L’ASMB è perciò alla ricerca di donazioni in favore del fondo per le baby-finestre, in modo da poter portare a termine il progetto. Grazie di tutto cuore già sin d’ora per il vostro sostegno!