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B.L.: Quando ho visto appeso ad un filo il mio bambino, non più grande di un dito, ho dovuto piangere

Tenere il bambino era impensabile.

Per me l’aborto era un semplice problema tecnico

Allora vivevo come in estasi: tutto era consumismo, autorealizzazione. Volevo essere una donna “indipendente”. Ho abortito due volte. Di uno dei due bambini non sapevo neanche chi fosse il padre. Le conseguenze non mi interessavano. Quando vidi il mio bambino, non potei fare altro che piangere. Per me l’aborto era un semplice problema tecnico, non meritevole di una qualsiasi emozione. Però poi successe qualcosa che non potrò mai dimenticare: il momento in cui, con grande sofferenza, mi sono alzata dal lettino d’ospedale e ho visto appeso ad un filo il mio bambino, non più grande di un dito. Mi è balenato in mente un pensiero: È un essere umano, in tutto e per tutto! Non ho potuto trattenere le lacrime. Quando ho preso coscienza delle conseguenze della mia vita passata, mi è crollato il mondo addosso. Dopo, solo la fede in Gesù Cristo e il suo perdono hanno potuto darmi di nuovo la pace interiore.